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La presa del castello Pimpante [PG Tebaldo]

10 Mar

“Non più avrai questi bei pennacchini,
quel cappello leggero e galante,
quella chioma, quell’aria brillante,
quel vermiglio donnesco color!”

Per un bravo ragazzo è -essenziale- fischiettare. E così fischiettava, seppur mogio, Tebaldo dopo i suoi recenti fatti sentimentali. Fu risolutivo l’incontro con Millo, ex-scellerato che dimostrò che chi sta sopra DEVE imparare da chi sta sotto, nella logica della Virtù. E quello con Bruggiamanne, chiaramente, che nuova speranza infuse al cuor luttuoso del Cavaliere. Basta con questi inciuci da cortigiani e beghe da fattoria, bisognava smontare una sommossa ed era tempo d’azione con un forte atto che l’avrebbe sottolineato come sì tromba di notte! *si nota come un correttore/revisionatore abbia sostituito al “sì” la parola “una”*
Di tutte le terre esplorate da Tebaldo, l’obiettivo più strategico era di certo un maniero, in buono stato ancora seppur invaso da non morti nelle cripte, alle porte della Capitale. Che cosa avrebbe dato più vigore alla guerra contro i polli di un avamposto tatticamente posizionato? L’avamposto del Vilaggio Felice: Il Castello Pimpante!

Ma non da solo! Non si vince mai da soli! Il primo compagno era il solito, l’equino amico di mille e più giorni:

-RONZINANTE! Trotta-galoppiamoci subito sul posto!


]Ronzinante in un ritratto di repertorio

Viaggiavano spediti verso Ovest. D’un tratto sul sentiero, due figure se le davano di santa ragione.

– Una pugna! Ferma Ronzinante, quello è Millo!

Millo deMillis, grande promessa del Cavalierato, era ora alle prese con un boia piuttosto irritato che menava fendenti atti a dividere cavallo e cavaliere. Con l’aiuto di Tebaldo, dopo essersi accertato che non fosse un duello (nel qual caso il Tebby non sarebbe intervenuto, regola numero 38 comma 4bis della Cavalleria Moderna), il boia era steso a pelle di leone. Ecco sicuramente un altro valido camerata per la presa dello Pimpante Castello!

– Venite meco, siete valevole in spirito e braccio!

Arrivarono dunque tutti e tre al Castello detto Pimpante. L’aspetta era lugubre, scarno, non scaldava i cuori. Problema secondario, si avvide Tebaldo, al sopraggiungere di due scheletri che si contavano le costole a vicenda nel tentativo di stabilire il morto alfa. Alabarda in resta, Tebaldo caricò. In resta nel senso che gli sfuggì a mezzo percorso e a pelo riuscì a sguainare Marianna, la lama che Spanna (sua inseparabile spada). Ora Millo era già in perlustrazione sul perimetro, che Tebaldo individuò il pertugio delle catacombe. Estrasse il “Compendio Demonorum et PostMortem” di Jhonny Constantoine e iniziò a salmodiare vecchi esorcismi di uso comune.

Ma era troppo povero in spirito, serviva un consacrato! Fra Grasso avrebbe ben saputo cosa fare! Diede un altro paio di Sciò Sciò ai non morti e si occupò di sistemare il secondo grave problema: l’estetica. Bandiere e Arazzi avrebbeRO sicuramente infuso coraggio nei cuori dei sopravvissuti e timore nei polli e non morti. Significavano che gli umani (e affini) sono ancora della partita, che ancora dev’esser detta l’ultima…

– …che ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza… ma non è questo il giorno! Ci sarà l’ ERA DEL POLLO… E degli scudi frantumati quando l’era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest’oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra! V’invito a resistere!!!!

Una balla di fieno rotolò dalle parti del Cavaliere. Una cornacchia volò dai merletti infastidita dal Cavaliere fomentato e una femmina di martin pescatore protesse i piccoli, impaurita. Poi un nitrito dal cortile. Un nitrito disperato, dell’unico cavallo in zona: RONZINANTE!
Tebaldo caracollò giù dalle scale, prese a spallate i portoni chiusi, saltò tavoli e sedie, correndo a più non posso verso il basso, verso le scale! Vedeva già il derrière di Ronzinante mentre varcava l’arco d’entrata e poi il tonfo. Sordo. Pesante. SBRBRBRBRihihihi *TOMPF*

Furioso e disperato, Tebaldo estrasse Marianna e gramignò lo zombo di fendenti. Era tardi però. La presa del Castello Pimpante, aveva già preteso un primo tributo di sangue..
Ronzinante non era ancora stato vendicato. Parecchi fatti eran successi e il Pimpante Castello era ancora lì, senza un mondo padrone a gestirne le sale e i torrioni. Pandorius aveva ripescato parecchi nobili cuori tra cui Millo, Romualdo e Piumetta. I tempi erano maturi per la conquista. Il ser Tebaldo, fulgido come di consueto, inviò missive per raccogliere i Cavalieri e stringerli intorno all’obiettivo. Ma Piumetta era chissà dove e ser Millo soffriva d’un fastidioso disturbo rettale. Sarebbero andati Tebaldo e Romualdo a pugnare nel nome di Urf.

– Grazie monsieur deFoiegras per aver risposto alla mia chiamata!

Mademoiselle Mercoledì Nero era presente e, su richiesta di Tebaldo, accettò di partecipare per documentare l’epica impresa! Avrebbero epurato le catacombe o quantomeno sigillate onde poi prender possesso del maniero! Sotto i bastioni dello Pimpante Castello, ser du’Leòn arringava i suoi.

Entrarono e si gettarono valorosamente nelle catacombe. I cavalieri reggevano botta fianco a fianco contro gli smarriti e suicidi scheletrazzi. Felix e Mercoledì Nero incoraggiavano nelle retrovie. Marianna mieteva a destra e a manca nell’efficace vendetta di Ronzinante, Romualdo ne abbatteva a secchi e si lisciava anche i baffi. Fu una strage nel nome di Urf!

Salirono poi sui torrioni del Castello e ufficializzarono la loro presenza.

– Corri a Villaggio Felice, Romualdo! Avverti il sindaco della novella e inizieremo a preparare i primi rifornimenti!

Il primo passo per la presa del Castello e la ricostituzione dell’Ordine era fatto!

 

 
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Pubblicato da su marzo 10, 2012 in Storie

 

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